Ingegner Massimo Rivalta
Direttiva Macchine.
Direttiva Ped, sui dispositivi a pressione. Vision 2000, nuova versione
delle Iso 9000:2000, riguardanti il Sistema qualità aziendale. Medical
devices directive, relativa ai dispositivi medici. Direttiva Atex
dedicata ai materiali per atmosfera potenzialmente esplosiva. Queste
le cinque norme di riferimento che riguardano da vicino l'industria
dei compressori. Alcune sintetiche e chiare indicazioni su come occorre
comportarsi.
Come spesso accade nel momento in cui ci dedichiamo all'avvio
di nuove attività o - perché no -, all'innovazione o sviluppo di
quelle già esistenti, bisogna fare i conti con l'aspetto normativo,
che non sembra proprio di facile approccio. Risulta, infatti, proprio
difficile districarsi nei meandri di una burocrazia a volte incomprensibile
ai più.
Difficile capire
Incomprensibile per due motivi. Il primo risiede nel fatto che le persone agli
sportelli non sempre sono ben informate e, ancor meno, sanno dare tutti i consigli
giusti per svolgere una pratica o un complesso di pratiche per le varie attività di
cui necessita l'utente. Il secondo è individuabile nella reale sovrapposizione
di alcune normative con altre, nel conflitto tra le medesime, nell'inapplicabilità tecnica
in specifici contesti industriali.
Si prenda ad esempio la Direttiva Cee 89/392/CE,
recepita in Italia con il Dpr 24/07/96 n. 459 e meglio conosciuta come Direttiva
Macchine.
Il caso pratico di inapplicabilità è quando bisogna creare degli schermi
protettivi per proteggere il lavoratore dalle parti in movimento di un trapano
a colonna
o di una sega circolare o di attrezzature similari.
Si intuisce che, se il lavoratore
deve operare in quel contesto, non può frapporre fra sé e il pezzo da trasformare
uno schermo rigido, seppure trasparente (in plexiglas, ad esempio) e opportunamente
formato, che gli impedisce di controllare effettivamente l'avanzamento della
lavorazione.
Chi ha pratica di officina anche con macchinari più complicati, credo
abbia maggiori
possibilità di seguire il mio ragionamento. Al contrario, ci sono situazioni
in cui alcuni macchinari sono soltanto virtualmente protetti (alcuni macchinari
da stampa, per esempio) e, in realtà, il pericolo è sempre in agguato. Naturalmente,
si sono rappresentati casi limite, ma rimane il fatto e la sensazione di approdare
in un groviglio di norme rigorose da applicare in circostanze sempre più circoscritte.
Di fatto, seguendo l'evoluzione della situazione normativa in Italia, come in
tutta Europa, se da un punto di vista è un bene avere armonizzazione legislativa,
dall'altro si rischia il collasso per inapplicabilità (intesa come costi e fattibilità).
Precisando
che chi scrive è solidale e totalmente a favore dell'evoluzione degli
ordinamenti tecnici a livello europeo, per prevenire infortuni e regolamentare
in armonia quanto possibile, pur tenendo conto delle esigenze di ognuno, spesso
si assiste a una affannata corsa al "mettersi a posto prima che vengano a vedere" da
parte di aziende di tutti i livelli.
Chi controlla?
Chi dovrebbe venire a vedere sono, naturalmente, gli ispettori. Ecco un'altra
contraddizione.
Ci sono le leggi ma non si fanno rispettare. Anzi, non si opta
per un controllo intelligente dell'applicazione normativa che vanifica ogni sforzo
a livello di ente legislativo. Esempi pare inutile proporne, ma, restando nel
settore aria compressa, basta nominare tre letterine facili facili e rendersi
conto: Ped. La parolina magica che, finora raccontata in lungo e in largo, non
ha fatto altro che creare molta confusione tra gli addetti ai lavori. Chi la
applica? Chi ha la responsabilità? Quale ruolo ha il costruttore? E l'utilizzatore?
E i controlli? E i prodotti che arrivano extra Ue? Domande frivole o forse inutili,
perché tutti conosciamo esattamente cosa succede quando convenga che certe situazioni
rimangano con quel colore grigio che richiama tanto il fumo di Londra. Sia nel
colore sia nella trasparenza.
In più di un intervento, proprio da queste pagine,
si è richiamata l'attenzione
ora sul quadro normativo, ora sui controlli, ora sulla situazione reale in essere.
Per
offrire al lettore una rappresentazione chiara ed esauriente della casistica
contemplata dall'attuale legislazione riguardante la costruzione dei compressori,
abbiamo realizzato uno schema grafico (vedi figura) che ne sintetizza i principali
riferimenti normativi.
Volutamente si è scelta questa particolare forma di visualizzazione,
in quanto
il compressore finito e pronto per l'immissione nel mercato rappresenta il nucleo
attorno al quale è imperniato il quadro legislativo.
Le Direttive
Direttiva Macchine
Ma torniamo al grafico. Prima di ogni cosa risulta - ormai scontato - il riferimento
alla Direttiva Macchine, visto che il compressore è composto anche da organi
in movimento da proteggere contro eventuali infortuni alle persone.
Le macchine
sono state regolamentate, in Italia per la prima volta, con il Dpr 547/55, il
quale ha dato una prima svolta concreta sulla sicurezza.
Infatti, esso impone
al costruttore e all'utilizzatore di avere sulla macchina specifici dispositivi
o svolgere specifiche funzioni.
La Direttiva Macchine 89/392/Cee e successive
integrazioni, sostituita dalla
98/37/Cee, è entrata in applicazione dal 1° gennaio 1993 con un periodo transitorio
d'adeguamento fino al 31 dicembre 1994.
Ciò comporta che, a partire da tale data,
possono essere immesse sul mercato dell'Unione Europea solo le macchine con documentazione
conforme a tale Direttiva
e con marcatura CE.
Il 6 settembre 1996 è stato pubblicato il Dpr 24 Luglio 1996,
n. 459, entrato in vigore il 22 settembre 1996 denominato Direttiva Macchine,
ovvero il recepimento
delle Direttive del Consiglio delle Comunità Europee 89/392/Cee, 91/368/Cee,
93/44/Cee e 93/68/Cee, concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli
Stati membri relative alle macchine che sancisce i requisiti essenziali di sicurezza
e di salute riferiti alla progettazione e alla costruzione delle macchine e dei
componenti di sicurezza.
Inoltre, definisce le procedure da applicarsi a tutte
le macchine, dove per macchina si intende: "un insieme di pezzi o di organi,
di cui almeno uno mobile, collegati tra loro (...) per un'applicazione ben determinata,
segnatamente per la trasformazione, il trattamento, lo spostamento e il condizionamento
di un materiale" (art. 1, comma 2).
Direttiva Ped
Immediatamente a seguire, nei casi previsti, l'applicazione della
Ped (Pressure equipment directive).
A partire dal 29/05/02, la Direttiva 97/23
prevede la marcatura
CE per i dispositivi a pressione. L'applicazione di tale Direttiva riguarda la
progettazione, la fabbricazione e la valutazione di conformità delle attrezzature
e dei componenti sottoposti a una pressione massima ammissibile superiore a 0.5
bar.
Secondo tale Direttiva, le attrezzature a pressione e i componenti devono: |
L'aspetto
più critico di questo nuovo approccio non consiste tanto nello scrivere
il Manuale e le Procedure, quanto nel gestire il cambiamento che l'applicazione
delle norme inevitabilmente comporta.
Casi particolari
Esistono, poi,
applicazioni specifiche in cui il compressore si troverà a lavorare.
Sono questi i casi particolari del settore medicale (aria medicale)
e delle installazioni in atmosfere esplosive.
Settore medicale
Nel primo caso, il riferimento è il Dlgs 24/02/97 n. 46, che
rappresenta la certificazione di prodotto in accordo alla Direttiva comunitaria
93/42/CE (Medical devices directive).
Tale Direttiva, recepita in Italia con il
citato decreto legislativo, definisce, per l'immissione sul mercato di Dispositivi
medici, i requisiti essenziali di
sicurezza per la protezione della salute degli utilizzatori di tali Dispositivi.
Il
processo di certificazione deve essere svolto in affiancamento a un Organismo
notificato, il quale si assume la responsabilità di verificare la corretta applicazione
delle norme tecniche armonizzate come presupposto alla conformità dei requisiti
essenziali sicurezza previsti dalla Direttiva.
In accordo con la Direttiva, il
fabbricante deve realizzare il Fascicolo tecnico relativo al Dispositivo medico
prodotto, con l'identificazione della classe di appartenenza, della destinazione
d'uso e, quando applicabili, delle altre regole obbligatorie o volontarie alle
quali esso è sottoposto.
La classificazione dei Dispositivi medici in accordo
con quanto stabilito dalla
Direttiva è fondamentale per definire la procedura di conformità adeguata.
Situazioni "esplosive"
Inoltre, nel caso in cui il compressore lavori in atmosfere
a rischio di esplosione,
si deve rispettare l'applicazione della Direttiva Atex 94/9/CE "Materiali per
atmosfera potenzialmente esplosiva".
Tale Direttiva, che riguarda "apparecchi
e sistemi di protezione destinati a essere utilizzati in atmosfera potenzialmente
esplosiva", entrata in vigore obbligatoriamente
dal 1° luglio 2003, modifica sensibilmente la regolamentazione del settore ed è,
pertanto, necessario un ripensamento riguardo la costruzione, l'uso e l'installazione
delle apparecchiature in zone classificate contro il rischio di esplosione.
Novità rilevante
della Direttiva Atex è l'applicazione a tutti i rischi di esplosione,
anche a quelli non considerati dalla legislazione comunitaria precedente, quali,
per esempio, componenti meccanici, polveri combustibili.
Insomma, a conclusione
di queste sintetiche note, si può dire che un compressore, oggi, è molto più soggetto
al rispetto della normativa vigente, in continua evoluzione, che in passato.
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